La Regina delle nevi
Uno spettacolo sui valori dello sport in cui narriamo la vita dei campioni dello sci italiano, fra cui Debora Compagnoni.
Di e con: Silvia Priori e Roberto Gerboles
Scene e costumi: Teatro Blu
Videoscenografia: Lorenz Ronchi

La Regina delle Nevi è uno spettacolo teatrale che unisce il linguaggio della scena alla potenza evocativa dello sport, per raccontare – attraverso parole, immagini e movimento – le imprese e i valori dei grandi protagonisti dello sci italiano. Al centro del racconto, la figura di Debora Compagnoni, fuoriclasse dello sci alpino, esempio di tenacia, eleganza e determinazione.
Pensato per un pubblico ampio e intergenerazionale, lo spettacolo ripercorre le sfide, i sacrifici e le vittorie che si nascondono dietro ogni medaglia, trasformando le storie degli atleti in metafore di vita. La montagna diventa così lo sfondo simbolico di un percorso fatto di crescita, cadute e rinascite, dove lo sport si fa veicolo di valori universali: impegno, rispetto, coraggio, resilienza, lavoro di squadra.
La Regina delle Nevi non è solo una narrazione sportiva: è un omaggio alla cultura della montagna, alle comunità alpine e allo spirito che anima chi, ogni giorno, affronta le proprie sfide personali con passione e costanza. Un’opera che celebra la bellezza dello sport come strumento di crescita, scoperta e libertà.
Lo spettacolo è pensato per circuiti teatrali, rassegne culturali e progetti educativi, con una particolare attenzione ai territori legati al mondo dello sport e della neve.
LA STORIA
Era l’anno 776 a.C. quando in Grecia, in onore di Zeus furono indette le Olimpiadi, un’attività sacra, tanto da decretare la sospensione in Grecia di ogni battaglia per un periodo di 5 giorni, denominata: TREGUA OLIMPICA. Era una prova di forza, di resistenza ma anche simbolo di disciplina e dedizione in cui i vincitori sarebbero stati onorati e ricordati quasi alla pari delle divinità.
Un esercito di grandi condottieri con al seguito ogni sorta di supporto tecnico, logistico ed emotivo si espande per conquistare sempre più territorio, una battaglia alla conquista di ammirazione, che non risparmia nessuno e non spreca colpi, cercando sempre di colpire dritto al cuore e conquistare un posto nell’Olimpo; diventare eterni, rimanendo impressi nella memoria per generazioni e generazioni a venire. Le leggende narrano di eroi e figure mitologiche che avrebbero partecipato alle prime Olimpiadi, legate al culto degli dei e alla ricerca della pace e dell’armonia.
In un luogo non lontano, nella sinuosa e impervia valle italiana della Valtellina, in Santa Caterina di Valfurva… nasce una leggenda, prima atleta ad aver vinto una medaglia d’oro in tre diverse edizioni
dei Giochi olimpici invernali nella storia dello sci alpino. E se di combattere si tratta Debora Compagnoni non è una che si risparmia, armata di grinta, passione e determinazione sarà sempre in prima linea, senza sprecare colpi, a combattere le sue battaglie, a combattere le nostre battaglie!
Sin da piccola la sua tenacia fece breccia e i primi risultati parlavano del suo destino al quale non avrebbe potuto sottrarsi. Come fosse un richiamo che viene dal profondo, Debora accettò non senza difficoltà, quelle si sa, nella vita arrivano senza essere chiamate e per Debora, le difficoltà non furono leggere e non furono poche. All’età di 16 anni sembrava che la sua strada fosse già segnata senza grandi ostacoli dritta verso l’Olimpo scivolava sulle sinuose montagne come fosse un essere nato dalle viscere stesse delle montagne, una principessa in sintonia con gli elementi… una stella radiante…
Ma la vita le riservava sorprese che avrebbero messo alla prova la sua anima, l’Olimpo sarebbe diventato un luogo lontano, irraggiungibile.
Debuttò in campo internazionale in occasione dei Mondiali juniores di Bad Kleinkirchheim 1986 dove, non ancora sedicenne, vinse la medaglia di bronzo nella discesa libera; l’anno dopo nella rassegna giovanile di Hemsedal/Sälen 1987 conquistò la medaglia d’oro nello slalom gigante e nuovamente quella di bronzo nella discesa libera. Sempre nel 1987, il 28 novembre, ottenne il primo piazzamento in Coppa del Mondo, a Sestriere in supergigante.
Nel 1988 subì il primo degli infortuni che avrebbero seriamente inciso sulla sua carriera, la rottura del ginocchio destro, seguito da un grave blocco intestinale che ne mise a rischio la vita.
Ma come un richiamo venuto dal profondo, ancora una volta, Debora si rimise in piedi e ai Campionati italiani 1989 vinse la medaglia d’oro in tutte e quattro le specialità in programma: discesa libera, supergigante, slalom gigante e slalom speciale.
Ma le difficoltà non si fermarono qui, diversi furono gli importanti ostacoli che dovette superare, ma come degno di ogni eroe, Debora non si fece abbattere e continuò imperterrita a farsi strada verso l’Olimpo dove siedono grandi condottieri, che grandi lo divennero grazie alla loro determinazione, disciplina e tenacia ma soprattutto alla capacità di sognare con la consapevolezza che i sogni sono una visione, ma per farli diventare una realtà bisogna costruirli senza sosta nonostante le avversità… così Debora, divenne la Regina delle nevi!
Si dice che una volta qualcuno chiese a Debora:
-Debora, grande condottiera, indicami la strada verso l’Olimpo, verso il successo!
Debora lo indico senza esitare
-Ma con tutto rispetto Debora, è la terza volta che te lo chiedo, e tutte e tre le volte hai indicato in quella direzione. Io mi diressi in quella direzione tutt’e tre le volte ma non ho trovato che fatica, dolore e avversità e non ho potuto continuare. Sei sicura sia quella la giusta direzione?
Certo – rispose Debora – il successo, l’Olimpo, si trova appena riuscirai a superare il dolore e le avversità!