TEATRO OPERA – TEATRO BLU

TEATRO OPERA

Crmen

CARMEN

da uno studio su “Carmen” di Prosper Merimé

Di e con: Silvia Priori
Regia: Kuniaki Ida
Musiche: Georges Bizet
Scene: Luigi Bello
Costumi: Sartoria Bianchi Milano
Light Designer: Roberto Gerbolès
Direttore tecnico: Antonello Ruzzini
Ballerina Flamenco: Maria Rosaria Mottola
Mezzosoprano: Tania Pacilio
Orchestra: Ottoni Brassband 96
Direttore d’ orchestra: Gianmario Bonino

La storia di Carmen è la storia di un femminicidio più che mai attuale e che tocca tragicamente i cuori di tutti noi.
Carmen rompe con ogni schema culturale e sociale, è una donna che, fedele al suo sentire, rincorre la libertà ad ogni costo con estremo coraggio, sprezzante del pericolo e conservando fino alla fine dignità e fierezza. In Carmen si possono intravvedere tante donne di oggi che combattono per la loro dignità e libertà e che troppo spesso sono vittime di barbarie.
Carmen è un amore gitano che nasce, cresce e muore in cuori ardenti ed impetuosi e che tocca i vertici più alti della drammaticità. In un mondo fatto di zingari, di osti e di contrabbandieri.
Carmen è un personaggio possibile, non è uno stereotipo di donna, ma una persona conscia della propria sensualità traboccante, della propria personalità, e sarà la prima donna protagonista che dirà al pubblico “Carmen libera è nata, e libera morrà”.

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BUTTERLY

da uno studio su “Madame Butterfly” di David Belasco

Di e con: Silvia Priori
Regia: Kuniaki Ida                                                                                                                                                               Collaborazione alla regia: Roberto Gerbolès
Scene: Luigi Bello
Musiche: Robert Gorick
Soprano: Kaoru Saito
Tamburi Giapponesi:
Gruppo Kotoji: 
Costumi:
Sartoria Bianchi Milano, Vittoria Papaleo
Light designer: Roberto Gerbolés
Milano Aikido Club: Francesco Dessì, Federica Di Marino, Soraya Perez, Claudio Sala, Graziano Scicolone, Riccardo Tavolazzi

Vogliamo raccontare la vicenda intima di Butterfly, la sua carica emotiva, la sua purezza, e la sua instancabile attesa in un’ atmosfera esotica. La sua solitudine è l’ alcova per sognare il desiderato incontro con il suo amato, una Penelope orientale che tesse le trame di un amore infinito, fedele, devoto, che va oltre se stessa. Cio-cio-san, si veste di speranza e aspetta. Aspetta il ritorno del suo amato. E’ capace di aspettare e la sua attesa è intrisa di gioia, di ingenue aspettative, di sogni a colori, di incontri che mai avverranno, di abbracci e di desideri.
La nostra Butterfly è la celebrazione della speranza sul confine fra realtà e illusione, dell’affetto materno fino a giungere all’autoeliminazione per la felicità altrui. Il suo ritmo è la lentezza con cui ogni momento della giornata, ogni pensiero, ogni turbamento, è dilatato come attraverso una lente d’ingrandimento, diventando un evento di straordinario rilievo e importanza, come le cose, le piccole cose che accompagnano la quotidiana vicenda della donna: una cintura, un piccolo fermaglio, un ventaglio, la lama con cui il padre si è suicidato, l’obi che vestì da sposa.

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TRAVIATA

da uno studio su “La Signora delle Camelie” di Alexandre Dumas

Attrice: Silvia Priori
Soprano: Kaoru Saito
Testo e regia: Silvia Priori, Roberto Gerboles
Orchestra: Ottoni Brassband 96
Direttore: Gianmarino Bonino
Produzione: Teatro Blu

La piecé racconta la storia d’amore fra un giovane di onorata famiglia ed una cortigiana di dubbi costumi. I pregiudizi sociali divideranno i due amanti, riuniti dalla verità e dall’amore qualche minuto prima della morte di Violetta. Due sono i cardini del dramma: amore e morte e intorno a questi s’aggira l’ispirazione del musicista che forse non salì mai tanto in alto nell’esprimere il dolore.
Violetta Valéry giovane cortigiana parigina, per amore di Alfredo decide di cambiare vita, di abbandonare Parigi, i suoi lussi e le sue trasgressioni, e di trasferirsi in campagna. Lì i due innamorati vivono felici, ma un giorno arriva il padre di Alfredo, Germont: egli chiede a Violetta di lasciare Alfredo per sempre perché la loro convivenza disdicevole rischia di far saltare il matrimonio dell’altra sua figlia, la sorella di Alfredo. Violetta cerca di opporsi, ma alla fine, convinta da Germont, scrive una lettera di addio ad Alfredo, spiegandogli che ha nostalgia di Parigi e della sua vita di prima. Alfredo, sconvolto dalla rabbia e dalla delusione, la raggiunge e la offende pubblicamente gettandole del denaro ai piedi. Violetta, malata di tisi, è ormai in fin di vita quando Alfredo, venuto a sapere la verità, va a chiederle perdono. Dopo averlo rivisto per l’ultima volta, Violetta si spegne.

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